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Serie di articoli News

STORIE DI CALCE #40
DA AGIRA IL RACCONTO
DI GABRIELE CALCERANO

Con Storie di Calce raccontiamo le esperienze di clienti, appassionati e di tutti coloro che lavorano con la calce. Spunti, aneddoti e, perché no, qualche esempio delle realizzazioni che si possono fare con i nostri materiali. 

In questa puntata, abbiamo intervistato Gabriele Calcerano, fondatore di Case al Borgo, un innovativo “albergo diffuso” situato ad Agira, nel cuore della Sicilia, riconosciuto come uno dei Borghi più Belli d’Italia.
Gabriele ci porta in un viaggio affascinante, raccontandoci la sua esperienza nel recupero di luoghi perduti a cui ha restituito una nuova identità attraverso l’uso sapiente della calce, la canapa e di tanti altri materiali naturali.

Ecco la sua storia!

Per iniziare, potrebbe presentarsi brevemente e raccontarci cosa fa nella vita? E come è nata l’idea di creare un albergo diffuso proprio in Sicilia? C’è stato un momento o un’esperienza specifica che ha acceso la scintilla di questo progetto?

Come si definiscono oggi io sono un “Restante”, un “Restante” di ritorno nei propri luoghi di origine dopo 10 anni di ottima esperienza di vita e di lavoro, fuori dalla Sicilia.
Ho rivisto questi luoghi abbandonati all’interno del mio paese di origine e solo per spirito di amore per i luoghi ho comprato una vecchia casa semi diruta. Da quell’azione, è nato il progetto e la condivisione con tanti altri visionari che hanno voluto seguirmi… sono per la maggior parte persone che ho conosciuto nei miei anni trascorsi fuori dalla mia terra e che non conoscevano la zona, altri si sono aggiunti e continuano anche adesso a far crescere la nostra idea di mini “Public Company”! Come tutte le iniziative, vi è un ricambio che definirei “emozionale”, fra emozioni nuove o emozioni che si perdono strada facendo.

Qual è il suo legame personale con Agira e con la Sicilia in generale? Ha radici qui o è stato un incontro casuale con questo luogo?

Ho vissuto prevalentemente al Nord ma ho sempre mantenuto affetto ed affetti per i luoghi di origine. Attualmente non abito in questa zona della Sicilia per motivi di lavoro, ma rimane il mio focus affettivo.
Agira è collocata nel cuore della Sicilia, a circa 800 metri di altezza, in uno degli affacci più incredibili della nostra isola. Guardiamo il mutarsi dei colori dettati dalle stagioni del grano e, se giriamo lo sguardo verso sinistra, scorgiamo due laghi e il vulcano Etna.
Era un borgo cittadino sotto il Castello Medievale, con strutture povere e di piccole dimensioni. Il progetto nasce nel 2001 e ci chiamiamo Case al Borgo perché abbiamo voluto assimilare il nome a un modello che pensavamo potesse svilupparsi, in quel tempo non esisteva il turismo dei Borghi, o comunque non era stato ben classificato. L’associazione è nata un anno dopo.

Quando ha iniziato il progetto di recupero di Case al Borgo, qual è stata la sua visione per l’integrazione dei materiali tradizionali? Ha subito pensato alla calce come elemento centrale?

Parlo sempre al plurale perché questo è un progetto di tante persone, ad oggi di due generazioni, tra cui i due giovani “Restanti” Mario e Davide, che hanno restituito anima e corpo a questi luoghi, fino a farli diventare, nel 2023, uno dei Borghi più Belli d’Italia. Dopo aver acquistato gli immobili che, successivamente, avrebbero dato vita a Case al Borgo di Agira, ci siamo fermati a ragionare sul “come procedere”. Abbiamo ricevuto alcuni consigli tecnici da alcuni architetti ma alla fine abbiamo capito che rischiavamo di sconvolgere troppo la nostra idea iniziale. Abbiamo quindi stabilito un “decalogo” di cose che si potevano fare e abbiamo ragionato solo su questi “dieci comandamenti” iniziando quindi questo lungo percorso di recupero architettonico e strutturale.
Già la prima struttura – alla quale abbiamo dato il nome dell’Agirino più illustre, “Diodoro Siculo” – è stata ristrutturata tutta con pietre, calce, cotto antico trovato nei luoghi, legno, ferro, cemento e fibra naturale. Laddove era possibile recuperare l’esistente lo abbiamo fatto, diversamente abbiamo utilizzato materiali essenziali. I tetti, per esempio, avevano prevalentemente il cannucciato siciliano a vista ma, naturalmente, abbiamo dovuto migliorare la coibentazione per una tenuta strutturale adeguata. Anche per gli arredi, abbiamo adottato lo stesso criterio: mobili antichi ripresi o altri attuali e di buona qualità.

L’utilizzo di intonaci e finiture Calcecanapa sia al naturale che per applicazioni di interior design (effetto campi di grano, terra e lava dell’Etna) è particolarmente affascinante. Come è nata l’idea di queste applicazioni artistiche e funzionali? C’è stato un processo creativo specifico dietro?

L’idea di utilizzare intonaci e finiture Calcecanapa in modo artistico e funzionale è nata dalla nostra costante ricerca di materiali innovativi, avviata in particolare dal 2019 con l’arrivo della nuova generazione di “Restanti” e il raddoppio dei servizi. Questo ha portato all’integrazione del marchio Seeasily, incentrato su “percorsi sensoriali nell’isola” e “Experience” legate al Borgo.
La collaborazione con “La Banca della Calce” ci ha permesso di introdurre la Calcecanapa. Nel nostro ristorante, Seeasily Trattoria moderna, l’abbiamo applicata in due modi distinti per evocare il territorio:
– Effetto campi di grano: utilizzata al naturale con particolari lavorazioni per riprodurre i campi di grano dopo il raccolto.
– Effetto lava dell’Etna: come elemento materico, con tinte rosse e grigio scuro, per richiamare la potenza della lava dell’Etna e la matericità della pietra lavica spenta.
Inoltre, nella nostra sala colazione, abbiamo usato Calcecanapa come intonaco a vista. Abbiamo scelto questo prodotto non solo per il suo eccezionale effetto estetico, ma anche per le sue proprietà funzionali, come la grande capacità di gestire le differenze termiche e l’umidità. Essendo un prodotto macroporoso e naturale, rappresenta la nostra soluzione ideale anche per le future ristrutturazioni.
Questa scelta si inserisce nel più ampio progetto di “Case al Borgo” di integrare l’arte (come dimostra il Percorso di Sculture del Maestro Mario Termini) con le bellezze naturali, creando esperienze uniche e profondamente connesse al territorio.

Calcecanapa Intonaco
Calcecanapa Intonaco
Calcecanapa Intonaco
Calcecanapa Intonaco
Calcecanapa Intonaco
Calcecanapa Intonaco
Calcecanapa Intonaco E Calcelatte
Calcecanapa Intonaco E Calcelatte
Calcecanapa Intonaco

I PRODOTTI UTILIZZATI DA GABRIELE

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