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Calce e Cocciopesto
(ri)scoprire la sagramatura

La Sagramatura consiste nella levigatura della superficie muraria, ottenuta in modo da creare un sottilissimo tonachino, talvolta dello spessore inferiore al millimetro, a copertura dei mattoni. Grassello di Calce e Cocciopesto sono alla base di questa tecnica antica, affascinante e tutta da (ri)scoprire.

La Sagramatura

 La tradizione dell’uso del cotto nell’edilizia, in particolare nella regione padana, ha comportato la messa a punto di una peculiare tecnica di finitura esterna delle murature che è denominata sagramatura.
La sagramatura è una tecnica che risulta di non facile collocazione: si pone, infatti, tra l’intonacatura e il trattamento.

Consiste nella levigatura della cortina di mattoni, o di altra superficie laterizia, eseguita mediante lo sfregamento manuale con un altro mattone, impiegando un impasto contenente grassello di calce e polvere di mattone, finche il tutto risulti perfettamente incorporato; l’operazione viene completata con una stesura a base di olio di lino cotto.
Sfregando con forza, l’impasto penetra tra le minute irregolarità dei laterizi e nei giunti creando e favorendo l’aderenza di un velo di materiale che per la combinazione dei suoi elementi diviene duro e resistente, anche se in strato molto sottile.
Scopo della sagramatura è quello di rifinire le cortine nuove con un trattamento che renda la superficie perfettamente liscia e compatta, protetta da infiltrazioni di acqua e dall’aggressione della nebbia e del gelo. Con la sagramatura viene inoltre migliorata l’estetica della muratura, che assume un aspetto di laterizio omogeneo e monolitico, pur mantenendo in trasparenza il tenue reticolo dei mattoni come impone il gusto del «pietra a vista».

Per far sì che l’aspetto fosse quello di una cortina muraria a vista, in coincidenza con gli strati di malta posti tra i mattoni, venivano a volte disegnati sottili giunti bianchi finti sulla superficie finale.
Contrariamente all’intonaco e alla tinteggiatura, che possono essere periodicamente rinnovati, la sagramatura è un trattamento che è eseguito sulla cortina muraria subito dopo la sua realizzazione e che nasce con il muro stesso. Per essere attuata necessita, infatti, di un supporto perfettamente regolare, formato da mattoni nuovi, integri e omogenei, in maniera che l’accurato sfregamento manuale crei una pellicola sottile e assai regolare.
Questa tecnica di finitura molto durevole, oltre a dare ottimi risultati nella protezione di murature a vista contro l’umidità, poiché diminuisce la porosità del mattone e ne rende idrorepellente la superficie, era utilizzata anche per omogeneizzare la struttura muraria dal punto di vista del colore, della consistenza e della regolarità dei giunti.
Il trattamento si è rilevato durevole a tal punto che dopo molti secoli la sagramatura di alcuni antichi paramenti murari si ritrova oggi praticamente intatta sotto a depositi di polvere e a sovrapposizioni posteriori.

La Sagramatura di Palazzo Adrovandi a Bologna
La facciata di palazzo Aldrovandi, oggi Montanari, è considerata il più significativo esempio bolognese di architettura del Settecento. 

Le linee rococò delle varie cornici, dall’andamento sinuoso, realizzate in pietra d’Istria, spiccano sulla rossa cortina laterizia rifinita da sagramatura, oggi ancora perfettamente conservata.

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