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Serie di articoli News

STORIE DI CALCE#19
DA BOLOGNA, IL RACCONTO DI BARBARA

Con Storie di Calce raccontiamo le esperienze di clienti, appassionati e di tutti coloro che lavorano con la calce. Spunti, aneddoti e, perché no, qualche esempio delle realizzazioni che si possono fare con i nostri materiali.

Barbara Baroncini, artista bolognese, ha deciso di utilizzare i nostri materiale per realizzare alcune opere del suo lavoro È tutto verde. Scopriamo insieme la sua storia.

La ringraziamo per aver condiviso con noi la sua esperienza e ti auguriamo buona lettura!

Ci racconti di se, del suo percorso artistico

Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove, dopo il triennio in scultura, mi sono diplomata in Arti Visive e Pittura. Nella mia ricerca artistica più recente mi sono concentrata sull’indagine della sfera dei sentimenti, in particolare i legami che uniscono le coppie di amanti. Con il tempo è stato indispensabile approcciarmi alla sfera del sensibile perché sento la necessità di parlare del carattere invalutabile che è insito nel sentimento amoroso. Nello specifico, mi interessa interpretare e rielaborare le situazioni più sensibili e gli aspetti più privati che descrivono un rapporto affettivo e che difficilmente si riescono a tradurre a parole.

È tutto verde: ci spiega il significato dell’opera?

La mostra È tutto verde nasce dall’omonimo racconto breve di David Foster Wallace parte della raccolta La ragazza dai capelli strani, in cui si narra di uno scambio tra due amanti: lui, molto più grande, confessa alla compagna che, a causa della differenza d’età, si sente affaticato dalla loro relazione: deve iniziare a fare delle scelte, mentre lei, così giovane, ha ancora tutta la vita davanti. Con lo sguardo fisso sul giardino e sulla natura verde e rigogliosa dopo una notte di pioggia, la ragazza risponde molto tranquillamente «come fai a pensare a certe cose quando fuori è tutto verde?», annullando le angosce del partner.

Dopo averlo letto, ho immaginato il parallelismo tra il verde, il colore della natura al suo massimo splendore, e la brillantezza e pienezza del sentimento d’amore. Perciò ho deciso di esplorare visivamente cosa significhi immergersi dentro la natura per una coppia di amanti.

La mostra si componeva di due grandi pannelli raffiguranti un prato, installati sospesi, proprio per ribaltare la posizione del prato stesso, che non fosse a terra, ma in alto, e disegni a grafite in bianco e nero, nei quali a erano visibili sia la tramatura dell’erba sia i corpi. Questi ultimi non sono mai in contatto diretto, ma in costante ricerca l’uno dell’altro, per  far capire come, nonostante la distanza, il sentimento fosse sempre presente. Come completamento del percorso espositivo ho scelto di mettere una traccia audio composta in collaborazione con il sound designer e musicista Stefano Gatti. In questo modo volevo amplificare la percezione sensoriale e spaziale del giardino interno della galleria e che si configurava come ultimo spazio del percorso espositivo. La mostra è stata realizzata nell’ottobre del 2019 presso Nelumbo Open Project, in via Arienti a Bologna ed è stata curata dal curatore Michele Gentili e Nelumbo

Perché la scelta dei materiali naturali e della calce?

Ho scelto di lavorare su intonaco a calce perché volevo ricreare il fascino delle murature antiche, per rievocare nello spettatore la stessa sensazione che ho provato guardando gli affreschi della Villa di Livia al Museo Massimo di Roma: un’intera stanza nella quale è rappresentata una natura rigogliosa e maestosa, un giardino con alberi, uccelli, frutti. Sono rimasta affascinata al punto tale di voler ricreare la percezione tattile e visiva che io stessa ho provato. È stato emozionante scoprire e imparare una tecnica antica – l’affresco appunto – e adattarla alle mie esigenze artistiche. Non ho lavorato a fresco, sarebbe stato troppo complesso, ma sono stata seguita per molto tempo dalla restauratrice Roberta Zucchini, esperta pitture murarie e tinte neutre. Mi ha insegnato come stendere l’intonaco, le proporzioni dei componenti e la tecnica: il suo apporto è stato fondamentale. 

Come ha realizzato l’opera?

Grazie al suggerimento di un amico, ho conosciuto la Banca della Calce dove ho trovato i materiali e i prodotti che mi servivano per realizzare il mio prato. Nello specifico ho utilizzato intonaco e tinte a calce: dopo aver steso l’intonaco, ho disegnato sopra fili d’erba avvolgenti, per ricreare la sensazione di una natura che accoglie e sostiene.  La base neutra dei due pannelli più grandi è stata realizzata con l’intonachino a cocciopesto (grassello, polvere di marmo e cocciopesto) affinché fosse il più simile possibile simile alla base di un affresco, anche se io poi ho lavorato a secco. Per realizzare i verdi, 4 tonalità che si ripetono in tutta l’opera, non ho utilizzato colori pronti, ma li ho preparati partendo da pigmenti in polvere. È stato davvero affascinante lavorare con pigmenti naturali con i quali si ottengono colori irripetibili, brillanti e luminosi.

 

Informazioni sulla mostra: Exhibart / Nelumbo Open Project
Contatti Barbara Baroncini: sito web / instagram 

Opera D'arte Tutto Verde - Barbara Baroncini

Fotografie di © Zoe Paterniani

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