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CALCE BLU… MI PIACI TU

Chefchaouen: un mito blu tra storia e leggenda

La magia di Chefchaouen, incastonata tra le montagne del Rif, va ben oltre la semplice definizione di “città azzurra”. Ogni angolo, ogni muro intonacato di una miriade di sfumature di blu racconta una storia antica. Se la definizione di “calce blu” può variare, per gli abitanti di Chefchaouen essa rappresenta l’anima stessa della loro città. Si narra che questa tradizione affondi le radici nel XV secolo, quando i rifugiati ebrei in fuga dall’Inquisizione spagnola portarono con sé l’usanza di tingere di blu le proprie case, in ricordo del cielo e come simbolo di pace e spiritualità. Altri credono che il blu avesse una funzione più pratica, proteggendo le abitazioni dal caldo e tenendo lontani gli insetti.

Immersione nel Blu: un viaggio sensoriale nella medina

Passeggiando per la medina, un labirinto di vicoli stretti e tortuosi, si è avvolti da un’atmosfera quasi onirica. Le pareti delle case, le porte decorate, le finestre ornate e persino le piccole fontane risplendono in una sinfonia di azzurri: dal blu pervinca al celeste delicato, passando per l’indaco profondo e il blu cobalto. La luce del sole, filtrando tra le case, crea giochi di ombre che animano le facciate, rivelando dettagli architettonici che richiamano i villaggi andalusi lasciati alle spalle dai fondatori. Ma Chefchaouen non è solo un’esplosione di colore. È un luogo dove la cultura berbera si intreccia con le influenze andaluse, creando un’identità unica. Nei vicoli si respira un’aria tranquilla e serena, interrotta solo dal suono dell’acqua che scorre dalle fontane e dal vociare degli artigiani che lavorano la lana, il legno e la ceramica, spesso utilizzando le stesse tonalità di blu che colorano la città. Visitare Chefchaouen è come immergersi in un quadro vivente, dove la storia, la cultura e la bellezza si fondono in un’esperienza indimenticabile.

pigmenti compatibili con calce

La calce e i colori del Marocco: una tradizione millenaria

L’uso della calce come materiale da costruzione e come base per le pitture è una tradizione profondamente radicata in Marocco. La calce, ottenuta dalla cottura e successiva lavorazione della pietra calcarea, offre numerosi vantaggi: è un materiale naturale, traspirante, igienico e relativamente economico. Tradizionalmente, veniva utilizzata per intonacare e imbiancare le pareti interne ed esterne degli edifici, conferendo loro una luminosità caratteristica. Per aggiungere colore, venivano e vengono tuttora impiegati pigmenti naturali, spesso ricavati da terre, minerali e piante. Le tonalità calde come l’ocra, il rosso e il giallo, ottenute da argille e ossidi di ferro, sono comuni nel paesaggio marocchino, soprattutto nelle regioni desertiche. Il blu di Chefchaouen rappresenta quindi una specificità, un’applicazione particolare di questa antica sapienza nell’uso della calce e dei pigmenti, creando un’identità visiva unica e affascinante.

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Chefchaouen Blu
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Chefchaouen Blu
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