BORACE: IL GIGANTE NASCOSTO
NELLA DEATH VALLEY
La Death Valley è un luogo dove la natura si manifesta nella sua potenza più estrema, dove il borace si cristallizza al sole e il vento scolpisce le rocce.
La Death Valley, con i suoi paesaggi lunari e le temperature estreme, non è solo un monumento naturale di rara bellezza, ma è stata anche il cuore di una delle più importanti attività estrattive degli Stati Uniti: quella del borace.
La storia dell’estrazione del borace nella Death Valley inizia nel tardo XIX secolo. Il borace, o più precisamente i borati (sali ossigenati di boro, sodio e calcio idrati), si erano accumulati nel sottosuolo della valle grazie all’evaporazione di antichi laghi, come il Lago Manly, che milioni di anni fa coprivano ampie porzioni di questo bacino. Queste condizioni geologiche uniche, unite all’attività vulcanica passata, hanno creato ricchi depositi di minerali come il borace e la colemanite.
La scoperta di questi vasti giacimenti, in particolare nel distretto di Furnace Creek, rivoluzionò il mercato del borace, che fino a quel momento era dominato dalla produzione toscana. A partire dal 1883, la Pacific Coast Borax Company, con figure chiave come Christian Brevoort Zabriskie (da cui prende il nome il celebre Zabriskie Point), iniziò le operazioni di estrazione su larga scala.
Il vero problema era il trasporto del minerale da un ambiente così remoto e ostile. Per risolvere questa sfida logistica, furono ideate le leggendarie “twenty mule teams”. Queste pariglie, composte da diciotto muli e due cavalli, trainavano enormi carri che potevano trasportare fino a 10 tonnellate di minerale, oltre a una cisterna di acqua da 4.500 litri. Percorrevano un viaggio di circa 265 miglia (circa 426 km) fino a Mojave, impiegando diversi giorni, ma riuscendo a trasportare circa 9 milioni di chili di borace in cinque anni senza perdere un singolo carico. L’operatività di queste miniere e delle raffinerie, come la Harmony Borax Works (visitabile ancora oggi), fu relativamente breve (dal 1883 al 1888/1889), ma segnò un’epoca.

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COS’È IL BORACE?
Il borace è un minerale naturale, conosciuto anche come tetraborato di sodio, che si presenta tipicamente come un sale bianco e cristallino. Si forma dall’evaporazione di laghi salati ed è noto per la sua versatilità. Oltre ai suoi impieghi tradizionali, il borace ha trovato un ruolo significativo nella moderna bioedilizia, dove si cercano soluzioni costruttive che riducano l’impatto ambientale e migliorino la salubrità degli ambienti interni.
QUALI SONO LE SUE PROPRIETÀ?
Le sue proprietà uniche vengono sfruttate per rendere i materiali da costruzione più sicuri e durevoli, senza ricorrere a sostanze chimiche aggressive
- Antimuffa e antitarlo naturale: Una delle applicazioni più preziose del borace è come trattamento ecologico per il legno. In bioedilizia, il legno è un materiale principe, ma è vulnerabile ad attacchi di funghi, muffe e insetti xilofagi (come tarli e termiti). Il borace, applicato come soluzione o polvere, penetra nelle fibre del legno e crea un ambiente ostile a questi organismi, prolungando significativamente la vita delle strutture in legno in modo atossico per l’uomo.
- Ignifugante per materiali isolanti: Molti materiali isolanti naturali, come la cellulosa (ottenuta da carta riciclata), la lana di pecora o la fibra di legno, sono eccellenti per l’isolamento termico e acustico, ma possono essere infiammabili. L’aggiunta di borace a questi isolanti ne migliora notevolmente la resistenza al fuoco, agendo come ritardante di fiamma. Questo permette di utilizzare materiali ecologici con una maggiore sicurezza, senza compromettere le loro performance isolanti.
- Legante e stabilizzante: In alcune applicazioni, il borace può agire anche come leggero legante o stabilizzante in intonaci e malte a base di calce o argilla, contribuendo a migliorarne la lavorabilità e la resistenza.


Nota di utilizzo: Pur trattandosi di un materiale di origine naturale, si raccomanda di utilizzare il borace secondo le indicazioni riportate nelle etichette di sicurezza e, in genere, nella documentazione tecnica del prodotto.
La sicurezza prima di tutto!